LA CREATIVITÀ, UNO STILE DI VITA
GIOVANNI LUCARELLI, sociologo, scrittore e facilitatore
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LA CREATIVITÀ, UNO STILE DI VITA

GIOVANNI LUCARELLI, sociologo, scrittore e facilitatore

CORIANDOLO - Se fossi una spezia, sarei il Coriandolo, perché ha origini antiche (era usato dagli Egizi, dai Micenei, dai Romani, ecc.), perché ha un sapore agrumato (che è tra i miei preferiti), perché è molto versatile e può essere utilizzato per le marinate (di carne o di pesce), per piatti di verdure, ma anche per biscotti, dolci e gelatine di frutta.

Sociologo e creative counselor: dove si incontrano e si fondono le due anime?Le mie anime professionali, per la verità, sono tre, ma procediamo con ordine. Il Sociologo tende ad osservare la realtà e, soprattutto, il comportamento e le reazioni delle persone. C’è una battuta che dice: “Il sociologo è quello che va al Moulin Rouge e … guarda il pubblico!” Scherzi a parte, gli anni di studio e di ricerca come sociologo mi hanno fornito strumenti e metodologie per osservare i contesti sociali e lavorativi, cercando cogliere i trend e di unire i puntini ... Il Counselor pone particolare attenzione alla relazione con l’altro, sia che si tratti di una persona singola sia che si tratti di un gruppo. Ascolta con attenzione, annota gli stati emotivi, cerca di cogliere i segnali deboli e le esigenze inespresse, analizza le modalità con cui la persona si relaziona con gli altri, le modalità con cui descrive ed affronta i problemi. Il Facilitatore creativo, che è il mio ruolo preferito, integra tutti questi aspetti e aiuta le persone e i team a sviluppare le abilità creative, fornisce strumenti e tecniche per trovare soluzioni efficienti ed innovative. Consente alle persone di trasformare i problemi in opportunità e di prosperare (e divertirsi) anche in tempi difficili e complessi come quelli attuali.

Perché conviene approcciarsi al lavoro e alla vita con un piglio creativo?La creatività è ciò che sprona l’uomo, fin dalla notte dei tempi, a creare qualcosa, che ancora non esiste, per risolvere un problema, per migliorare una certa attività, per generare gratificazione e divertimento.

Sperimentare un approccio creativo, nella nostra vita personale e professionale, ci consente di:
- utilizzare a pieno le nostre potenzialità e i nostri talenti;
- generare idee ogni volta che ne abbiamo bisogno;
- affrontare i problemi quotidiani con maggior serenità ed efficacia;
- migliorare la nostra produttività e la nostra efficienza;
- trovare soluzioni innovative (che porteranno soddisfazioni e guadagni);
- ricevere stima e apprezzamento da parte dei colleghi, degli amici, ecc.

Credo che siano degli ottimi motivi per sviluppare le abilità creative, no?

Ci spieghi la flow experience e come volgerla a proprio vantaggio nel mondo del lavoro?Mi viene un po’ da sorridere, perché il concetto di flow è stato presentato dallo psicologo Mihály Csíkszentmihályi nel (lontano) 1975, negli ultimi anni, però, è diventato di moda in diversi ambiti (psicologico, sportivo, formativo, ecc.).

La flow experience è uno “stato mentale” in cui i pensieri e le azioni “scorrono” in un flusso armonico, naturale e costante. La persona, in questo stato, è in grado di produrre, con uno sforzo minimo, contenuti molto creativi. È ciò che accade ai musicisti jazz quando improvvisano, agli scrittori quando creano, di getto, storie e racconti, agli scienziati quando compiono scoperte scientifiche importanti.

Se ci pensi bene, è quello che succede a ciascuno di noi quando sperimentiamo un tempo particolarmente produttivo e gratificante, quando siamo totalmente immersi nel nostro lavoro (scrivere un articolo, preparare le slide per un corso, generare nuove idee, ideare un logo o un payoff, ecc.), quando otteniamo risultati sorprendenti (senza percepire il passare del tempo o l’affaticamento).

Imparare ad entrare in uno stato di flusso, quindi, ci rende più consapevoli, più produttivi e più creativi. Vediamo come si fa.

Per prima cosa, bisogna eliminare (o ridurre al minimo) gli elementi che ostacolano il flow: elevati livelli di ansia, un’eccessiva preoccupazione per i giudizi degli altri, una scarsa concentrazione o motivazione, sfiducia nelle proprie abilità.

Bisogna porre attenzione, poi, a questi quattro aspetti:
- Trovare un’attività impegnativa e stimolante: imparare una nuova lingua, scrivere un articolo o una canzone, svolgere un esercizio di enigmistica, giocare una partita a scacchi o a golf, affrontare una lezione di sci o di surf, ecc. Un’attività che facciamo per il nostro divertimento, per la nostra crescita e la nostra realizzazione.
- Stabilire degli obiettivi realistici che ci spingano oltre le attuali performance e abilità: significa sfidare a scacchi o a tennis qualcuno un po’ più bravo di noi, conquistare un cliente piuttosto difficile, realizzare un progetto complesso ed innovativo, ecc.
- Focalizzare le energie e l’attenzione: creare uno spazio “isolato”, spegnere il cellulare, disattivare le notifiche (email, social, instant message, ecc.) per ritagliarci del tempo di qualità da dedicare esclusivamente all’attività scelta.
- Lasciarsi trasportare dal “flusso”: apprezzare e assaporare ciò che stiamo facendo, respirare profondamente e goderci l’esperienza, lasciarci guidare dal’intuito e dalla passione.

Provare per credere!

Qual è il segreto per diventare più creativi?Sembra una domanda da un milione di dollari ;-)

Per diventare più creativi, è importante:
- attivare un mindset creativo, significa un atteggiamento mentale curioso, positivo, capace di uscire dalla nostra “zona di confort” e di sperimentare nuovi approcci;
- apprendere e mettere in pratica, quotidianamente, tecniche e metodologie creative;
- acquisire abitudini creative, come “osservare da prospettive diverse”, “stimolare entrambi gli emisferi cerebrali”, “sviluppare l’ottimismo”, “pensare in modo visuale”, ecc.

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